domenica 26 febbraio 2023

Grazie Ragazzi





Grazie Ragazzi (Italia 2023, 117')


Regia: Riccardo Milani
Genere: commedia
Interpreti: Antonio Albanese, Sonia Bergamasco, Giacomo Ferrara, Vinicio Marchioni, Fabrizio Bentivoglio, Nicola Rignanese, Andrea Lattanzi, Giorgio Montanini

Se sei un attore fallito che vive in uno squallido appartamento di fronte alla pista di atterraggio di Ciampino, se per pagare la bolletta della luce e comprarti le scatolette di tonno con le quali sopravvivi sei costretto a doppiare film porno, allora sei Antonio (Albanese).
Il nostro protagonista viene coinvolto dal suo vecchio amico attore ed impresario Michele (Bentivoglio), nell'attuazione di un singolare progetto riabilitativo per detenuti fortemente voluto dalla direttrice del carcere di Velletri, Laura (Bergamasco).
Lo scopo del progetto è quello di un lento e graduale reinserimento sociale e di relazione con gli altri attraverso il teatro e lo svogliato Michele molla la patata bollente (e poco remunerativa) all'amico Antonio.
In carcere il nostro protagonista, completamente spaesato dalla straniante prospettiva dei corridoi, delle celle e dei tempi dilatati che scandiscono le ripetitive giornate dei detenuti, riesce a raggruppare gli improbabili elementi di una scalcagnata comapagnia teatrale: Aziz (Ferrara), Diego (Marchioni), Ettore (Rignanese), Damiano (Lattanzi) e Mignolo (Montanini).
Sebbene il primo impatto con gli aspiranti attori sia per Antonio totalmente traumatico, le sue abili capacità di sensibile osservatore della vita gli fanno maturare l'idea di mettere in scena l'opera massima di Beckett "Aspettando Godot", convinto che l'insensata attesa dei personaggi ricalchi in qualche modo quella del fine pena dei suoi attori.
Nulla di più azzeccato! 
Il risultato narrativo è a dir poco commovente, la sensibilità di Albanese emerge facilmente ed amplifica le espressioni dei co-protagonisti risultando così in una pregevole prova attoriale caratterizzata da una ampia coralità dove ogni elemento non prevale mai sull'altro e concorre ad emozionare il pubblico.
Si indaga nel profondo della condizione umana, mostrando allo spettatore la miseria delle nostre carceri, le storie di vita di chi compie passi sbagliati e paga il suo debito con la società: sia dentro che fuori dalle mura di un carcere.
Questa pellicola è un dono prezioso, una storia leggera di profonde amicizie e di riscatti.
Piccola grande perla.


Stelle (da 1 a 4) = 4

Il Principe di Roma





Il Principe di Roma (Italia 2022, 92')


Regia: Edoardo Falcone
Genere: commedia
Interpreti: Marco Giallini, Giulia Bevilacqua, Sergio Rubini, Denise Tantucci, Antonio Bannò, Andrea Sartoretti, Liliana Bottone, Giuseppe Battiston, Filippo Timi


Corre a Roma l'anno 1829 e l'avido Bartolomeo tenta la sua faticosa scalata sociale. 
Da trovatello a garzone, da garzone a padrone di un forno, Bartolomeo si arrichisce ogni giorno di più a scapito del suo animo sempre più arido e sordo agli echi di un passato emozionale che ormai non ricorda.
Finalmente giunge l'occasione per il salto di livello nella nobiltà romana: Bartolomeo promette al principe Accoramboni (Rubini) di saldare tutti i suoi debiti in cambio della mano di sua figlia Domizia (Bottone) ottenendo così il titolo di Principe.
Un grave imprevisto costringerà Bartolomeo a ripercorrere i passi compiuti in passato, accompagnato da presenze eteree della storia moderna di Roma come Papa Borgia (Battiston), Giordano Bruno (Timi) e Beatrice Cenci (Tantucci).
Il suo viaggio, svolto in una dimensione onirica e paranormale, lo riconnetterà ad una sua antica dimensione di umanità, riaprendolo all'amicizia e all'amore.
Il Principe di Roma è una creatura chimerica con il corpo da Marchese del Grillo e la testa da Canto di Natale di Dickens tuttavia, al netto dei rimandi a cui si ispira, la sceneggiatura riesce a sostenere efficaciemente i ritmi della commedia valorizzando l'opera di Falcone.
Godibile commedia adatta a tutte le stagioni (della vita).


Stelle (da 1 a 4) = 2 e 1/2

Tenet

 




Tenet (USA, UK, Danimarca, Estonia, Norvegia, India, Italia 2020, 150')

Regia: Christopher Nolan
Genere: thriller, fantascienza, azione
Interpreti: John David Washington, Robert Pattinson, Elizabeth Debicki, Dimple Kapadia, Michael Caine, Kenneth Branagh

Una squadra speciale della CIA partecipa ad una missione di recupero di un oggetto non identificato svolta durante un attacco terroristico al Teatro dell'Opera di Kiev. Un membro della squadra, il Protagonista (Washington), riesce a trarre in salvo l'oggetto e la sua squadra ma purtroppo viene catturato da una fazione russa colpevole di aver tradito tutta la sua squadra.
Durante un interrogatorio dei russi tenta il suicido per non rivelare informazioni vitali ingoiando una pillola, ma l'interrogatorio altro non è che un test brillantemente superato dal Protagonista, il quale entra a far parte di una organizzazione segreta chiamata Tenet.
Lo scopo di Tenet è in qualche modo legato alla salvezza del mondo: una guerra nel futuro invia tracce di essa al nostro presente tramite oggetti dalla entropia "invertita" in grado di viaggiare indietro nel tempo.
La missione del Protagonista è quella di tracciare il flusso di armi invertite che stanno giungendo ai nostri giorni, questo lo porterà a conoscere la trafficante d'armi Priya (Kapadia), il fisico Neil (Pattinson) che diventerà suo collaboratore in missione, lo spietato oligarca russo Sator (Branagh) e sua moglie Kat (Debicki).
Lo sviluppo della trama prosegue seguendo un graduale livello di complessità innestato sul gioco delle successioni palindrome  degli eventi (esattamente come il titolo della pellicola e come i nomi di luoghi e persone ricorrenti nella storia: SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS (le misteriose parole che compongono il quadrato magico di Pompei).
Nel 2021 la pellicola vince un singolo Oscar per i migliori effetti speciali a fronte di plurime candidature anche ai Golden Globe e BAFTA.
Nonostante Nolan abbia nuovamente stupito il pubblico indagando le fitte trame del tempo, tentando di scardinarlo in ogni suo punto ed allentando la trama degli eventi, in questa occasione il prodotto (seppur semplicemente spettacolare ed inconsueto) risulta forse caratterizzato da un eccesso di complessità che costringe lo spettatore a multiple visioni per avere una piena comprensione dei passaggi.
Davvero un prodotto di grande intrattenimento, tuttavia privo di un vero messaggio anche a causa di una deficitaria relazione fra i protagonisti che stenta ad emergere in parte soltanto nella fase finale.


Stelle (da 1 a 4) = 3

The Revenant





The Revenant (USA, Argentina, Canada 2015, 157')


Regia: Alejandro González Iñárritu
Genere: thriller, drammatico
Interpreti: Leonardo di Caprio, Tom Hardy, Domhnall Gleeson, Will Poulter, Forrest Goodluck, Paul Anderson, Lukas Haas

Gli Stati Uniti più feroci, quelli della conquista di territori in mano ai nativi, di fucili contro archi e frecce, di brutale tecnologia opposta all'onore ed alla tradizione. 
In Nord Dakota, nel 1823, questo era il clima in cui gli uomini solcavano terre selvagge, tra pericoli e violenza. Hugh Glass (Di Caprio), capitano di lungo corso e profondo conoscitore dei nativi, guida una spedizione di caccia purtroppo soffocata nel sangue da un attacco dei guerrieri Arikara. 
I pochi superstiti dell'imboscata si rifugiano sulle montagne per evitare nuovi attacchi lungo la via più scoperta a ridosso del fiume. 
Durante la ritirata Glass subisce un violento attacco da parte di una femmina di orso grizzly sopravvivendo miracolosamente in condizioni disperate. 
Il capitano Henry (Gleeson) abbandona Glass e suo figlio Bridger (Poulter) al loro destino per non rallentare il ritorno al forte dei sopravvissuti. Resta con loro lo spregiudicato cacciatore Fitzgerald (Hardy), il quale tenta di indurre al suicidio Glass per liberarsi del suo peso ed intascare una ricompensa in denaro. 
Accortosi dell'inganno, il figlio Bridger ingaggia uno scontro con Fitzegarld che purtroppo ha la meglio sul ragazzo uccidendolo davanti agli occhi di un padre ormai esanime.
E' l'inizio di un duro viaggio di guarigione, redenzione e vendetta.
Poco da aggiungere alla positiva accoglienza della critica nei confronti dell'ennesimo capolavoro di Iñárritu: vincitore dell'Oscar alla regia, attore protagonista e miglior fotografia.
La prova attoriale di Di Caprio stigmatizza ciò che già conosciamo dell'artista: grande capacità interpretativa e resa veritiera dei suoi personaggi anche attraverso un duro impatto fisico sulla sua persona.
In particolare questo si aggancia alle modalità di costruzione del film scelte dal regista tramite l'impiego esclusivo di luce naturale e prevalenti riprese svolte in esterna.
Se questa scelta ha decisamente pagato in termini di resa estetica, anche coadiuvati da impressionanti piani sequenza e campi lunghi, ha sicuramente anche posto a dura prova maestranze ed attori, girando in ambiente montano e boschivo a temperature proibitive registrate anche su valori di -30°!
Di Caprio scelse addirittura di recitare febbricitante ed affetto da bronchite per rendere più reale la sofferenza fisica del suo personaggio (la tosse di Glass è vera!).
Una pellicola che fatico a definire diversamente da capolavoro.


Stelle (da 1 a 4) = 4