sabato 29 giugno 2013

La Migliore Offerta

                                                     


La Migliore Offerta (Italia, 2013 124 ' )

Regia: Giuseppe Tornatore
Genere: romantico/thriller/drammatico
Interpreti: Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Silvia Hoeks, Donald Stherland, Philip Jackson

Virgil Oldman (Rush) è un noto e richiestissimo battitore d'aste. Il suo occhio analitico ed infallibile è in grado di scovare anche la più insignificante delle minuzie, che può decretare l'autenticità o la falsità di un'opera d'arte. La sua vita è completamente imperniata sul suo lavoro. Il talento di Oldman lo rende tanto perfetto nel relazionarsi con i quadri, quanto goffo ed imbarazzato nel rapportarsi con gli esseri umani, specialmente dell'altro sesso. Vive in una casa-museo ed indossa ogni giorno un paio di guanti diversi, per evitare il contatto fisico con gli altri. Il suo unico amico è Billy Wisthler (Sutherland), con al complicità del quale truccando le aste ha saputo accumulare nel tempo una collezione privata di ritratti di donne dal valore inestimabile. Le donne di Tiziano, Durer, Raffaello, Andrea del Sarto, Lorenzo Lotto gli tengono compagnia nel suo caveau durante le tristi serate di solitudine.
La vita di Virgil verrà radicalmente sconvolta il giorno in cui entrerà in contatto con Claire Ibbetson (Hoeks), una ricca ereditiera che chiederà il suo aiuto per vendere all'asta i beni artistici e di antiquariato della blasonata famiglia. Claire è agorafobica ed i contatti con Virgil si limitano in una prima fase a fugaci telefonate. Durante uno dei suoi sopralluoghi alla villa di Claire, tra quintali di polvere, tele incrostate e paccottiglia varia,  Virgil rinviene un antico ingranaggio e lo porta a far vedere ad un ragazzo fac totum molto sveglio, Robert (Sturgess), che lo spronerà a conoscere meglio la padrona della villa ed a cercare altri pezzi del meccanismo, a quanto pare di immenso valore. E più Virgil si reca alla villa per cercare altre parti del congegno, più si addentra nel rapporto con Claire, che da gelido si evolverà inevitabilmente in amore.
Allo stesso modo del rapporto di Virgil con le donne, il modo di fare cinema di Tornatore subisce una brusca evoluzione e supera se stesso, senza molte difficoltà.
L'impianto della narrazione è molto solido; i tempi e gli sviluppi dei personaggi sono ben calibrati e sembrano crescere all'unisono durante lo svolgersi dell'intero plot.
Pur assistendo ad una trama di matrice interiore, soggettiva, le straordinarie ambientazioni costruite dalla pura bellezza dell'arte consentono al pubblico di non trovare vacua la vicenda umana di Virgil.
Le capacità recitative di Geoffrey Rush sono incommensurabili, tenuto conto che per tre quarti del film appare completamente da solo e questo per via dell'agorafobia di Claire. Per la prima volta si assiste alla genesi di un sentimento di coppia che si palesa tutta nel solo volto del protagonista.
Finora il film ha ottenuto moltissimi premi in Italia, ma non è escluso che di fronte ad un film geniale come questo l'Academy non si sciolga e finalmente dopo Benigni possa regalarci un nuovo premio Oltreoceano.
La pellicola spiazza e la catena di eventi che la costruisce si innesta su una interessante riflessione sull'autenticità del tutto e sull'altrettanto verità del falso.

Stelle (da 1 a 4) = 4

venerdì 28 giugno 2013

Into Darkness - Star Trek






Into Darkness - Star Trek ( USA, 2013 129 ' )

Regia: J.J.Abrams
Genere: fantascienza
Interpreti: Chris Pine, Zachary Quinto, Zoe Saldana, Benedict Cumberbatch, Alice Eve, Karl Urban, Simon Pegg, Peter Weller, Bruce Greenwood

Nel 2259, continuano le esplorazioni spaziali dell'universo profondo ad opera dell'intrepido equipaggio dell'USS Enterprise, capitanato da James T.Kirk (Pine). Durante una delle ardimentose missioni, che consisteva nel salvare una civiltà primitiva da un'apocalisse vulcanica, l'Enterprise resta gravemente danneggiato e Kirk e la flotta revoca il comando della nave al Capitano Kirk. Tutta colpa dello schematico Spok (Quinto) che stende un rapporto dettagliato della missione fallita.
La carriera dei due ufficiali, una volta tornati sul pianeta Terra, sembra gravemente compromessa, sarà tuttavia la lotta contro un nuovo e devastante nemico geneticamente modificato, Khan (Cumberbatch) a mettere in luce il talento ed il coraggio dell'equipaggio dell'astronave interstellare più famosa del mondo.
Soltanto il sacrificio del capitano Kirk potrà condurre al sicuro sulla Terra un Enterprise allo stremo degli scudi.
J.J.Abrams si ripete e bissa il successo del 2009. Esattamente come la pellicola girata nel 2009, anche questa nuova opera del visionario regista americano, costituisce un reboot del secondo film che nacque dalla prima serie di Star Trek, ossia "L'Ira di Khan", del 1982; in quell'occasione fu invece Spok a sacrificare la propria vita per salvare l'Enterprise. Le due pellicole tuttavia presentano moltissime differenze.
L'idea di ambientare gran parte del film sulla Terra e nel nostro sistema solare è semplicemente geniale.
Le atmosfere noir futuristiche alla Blade Runner rendono particolarmente interessante la pellicola.
Il livello degli effetti speciali sostiene una trama dinamica ed avvincente, estremamente ricca di colpi di scena e rovesciamenti di ruoli in cui soltanto all'ultimo momento si riescono ad individuare con chiarezza le forme del bene e del male.
Un blockbuster con ritmi altissimi che non delude il pubblico.
Prodotto ben fatto.

Stelle (da 1 a 4) = 2 e 1/2

venerdì 7 giugno 2013

Il Grande Gatsby

                                   
                                     



Il Grande Gatsby (USA, Australia  143 ' )
Regia: Baz Luhrman
Genere: drammatico
Interpreti: Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire, Carey Mulligan, Joel Edgerton, Isla Fisher, Elisabeth Debicki

Sono gli Anni Ruggenti di una America onnipotente; la stessa America che si gloria di aver vinto e combattuto la Grande Guerra su un campo di battaglia lontano migliaia di miglia e la stessa America per nulla in grado di prevedere il suo Venerdì Nero del 1929. Siamo a New York nell'età del jazz, il più bello e fastoso tra i quartieri bene della Grande Mela: viali alberati e ville da sogno.

Un giovane ed ambizioso broker di Chicago, Nick Carraway (Maguire) si trasferisce in un modestissimo caseggiato miracolosamente sopravvissuto alla sfrenata edilizia dei nuovi ricchi di West Egg a Long Island.
Il suo vicino di casa è Jay Gatsby (DiCaprio), gangster divenuto milionario grazie al racket dei drugstore e delle obbligazioni fasulle. Mr.Gatsby abita in una sontuosa villa nella quale ogni fine settimana organizza party leggendari in cui tutta la città si riversa letteralmente fra le mura del suo castello per gozzovigliare e ballare a tempo di charleston. In realtà lo scopo recondito delle feste di Gatsby è quello di incontrare la bella Daisy Buchanan (Mulligan), il fedifrago marito è di uno degli uomini più ricchi e potenti di New York, Tom Buchanan (Edgerton), segretamente innamorato della sottoproletaria Myrtle (Fisher). Daisy e Gatsby hanno un intenso passato sentimentale alle loro spalle, ed il protagonista tenta l'impossibile per riconquistare la sua amata con la complicità del suo vicino Carraway e della bella Jordan Baker (Debicki). 
Il film è tratto dall'omonimo romanzo The Great Gatsby, nato dalla penna di Francis Scott Fitzgerald nel 1925 e considerato una delle pietre miliari della lettereatura contemporanea americana. 
Il romanzo, alle apparenze romantico, nasconde tra le righe una ampia critica alla società degli anni Venti troppo dedita all'apparenza e fondata su un sogno americano troppo evanescente ed effimero. Condannato al naufragio degli ideali.
La versione del Grande Gatsby proposta da Luhrman è la quarta e assolutamente non in grado di reggere il confronto con la precedente di Francis Ford Coppola del 1974 con Robert Redford.
La sceneggiatura, colpevole di un eccesso di tagli rispetto al plot originale del romanzo, non approfondisce alcuni aspetti interessanti come ad esempio il rapporto fra Jordan Baker e Nick Carraway.
La fotografia e le immagini risultano eccessivamente patinate e la scelta di una colonna sonora contemporanea reinterpretata in chiave anni Venti risulta fuori luogo (probabilmente il regista è rimasto vittima del successo del suo Moulin Rouge); in fin dei conti gli Anni Ruggenti erano noti anche come l'età del jazz, quindi perchè non attingere dalla relatà?
Nella luminosa carriera di DiCaprio qualche scivolone c'era da aspettarselo, ma bissare malamente con lo stesso regista col quale ha girato "Romeo + Giulietta di William Shakespeare" è stato troppo. Probabilmente l'insipida ed anonima performance dell'attore è da ascrivere pienamente alla regia ed alla sceneggiatura, totalmente decontestualizzate rispetto alla realtà del manoscritto originale.
Un errore.

Stelle (da 1 a 4) = 1 e 1/2 





martedì 4 giugno 2013

La Grande Bellezza




La Grande Bellezza ( Italia, Francia 142 ' )

Regia: Paolo Sorrentino
Genere: Commedia, Drammatico
Interpreti: Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso, Iaia Forte, Pamela Villoresi, Giovanna Vignola, Isabella Ferrari, Antonello Venditti, Serena Grandi, Galatea Ranzi, Luca Marinelli

Il Centro Storico di Roma. Oggi.
Jep Gambardella (Servillo) solca le acque della mondanità capitolina con il piglio del lupo di mare. 
L'eleganza dei suoi completi di lino di Catellani, i suoi modi affabili e l'eloquio gradevole hanno fatto di Jep un regale animale sociale in grado di dominare a pieno la scena romana e le feste altolocate del jet set che la compongo. Trapiantato in gioventù dalla Campania in quel grande Ventre di Vacca (Grandi) che è Roma, il 

Gagà Jep vive mollemente una carriera da giornalista affatto impegnato nella rivista gestita dalla sua migliore amica, Dadina (Vignola) nel nostalgico ricordo del suo unico romanzo pubblicato: "L'Apparato Umano". La terrazza vista Colosseo lo supporta nel sopportare.
Frequenta ogni notte un siparietto confuso e statico di amici intimi e compagni di sventure, tra cui Romano (Verdone) scrittore teatrale di Nepi mai realizzato e perennemente al guinzaglio di una giovane donna che lo sfrutta, Lello (Buccirosso) venditore di giocattoli dalla parlantina sciolta e marito infedele di Trumeau (Forte), Viola (Villoresi) ricca borghese con un figlio pazzo, Stefania (Ranzi) scrittrice radical chic (quasi sicuramente elettrice del PD) e naturalmente Dadina la nana.

Sul finire dell'ennesima festa, sgusciando via da un qualunque insipido salotto,  Jep decide di ritirarsi a casa, ma qualcosa in lui è scattato e la gioviale gigioneria che lo aveva sempre contraddistinto adesso inizia a lasciare spazio alla tristezza ed alla malinconia. I suoi sentimenti lo porteranno a scavare a fondo nei meandri delle sue divagazioni e dell'esistente che lo circonda. Si prende una pausa dalla scena, per guardarla dall'esterno. Alla ricerca della Grande Bellezza, il primum movens che lo spinse a Roma da giovane.
Il protagonista ci guida attraverso i suoi pensieri facendo di Roma il suo teatro onirico.
I grandi alberghi di Via Veneto, l'intricata trama delle viuzze del centro, Piazza Navona, le terrazze e i giardini nobiliari più belli e nascosti nella pancia di Roma sono lo sfondo di un semplice sogno, in cui ogni immagine prodotta sapientemente dal regista si carica di valenze simboliche, caricaturali e critiche.
Nella sua analisi della vita, Jep affonta inevitabilmente la morte e la sua insensatezza, soprattutto quando colpisce il giovane Andrea (Marinelli) e la bella Ramona (Ferilli), ingenua Barbarella spogliarellista che nasconde un atroce segreto.
Sorrentino spiazza completamente il pubblico, immergendolo in una narrazione esistenziale che non si osservava nel nostro cinema da tantissimo tempo. Ogni singolo fotogramma è ricco di significato e, seppure in molte occasioni il messaggio resta oscuro e celato, il legame con la vita ed i trascorsi del protagonisti si avverte molto forte.
Gli sconcertanti volti dei caratteristi scelti da Sorrentino e le situazioni grottesche vissute da Jep sono un perenne richiamo ed omaggio al genio di Fellini e di Pasolini.
Il cinema felliniano, seppur trasognate, possedeva un grande legame intrinseco con la terra solcata dai suoi protagonisti, la sua visione onirica della realtà risultava in qualche modo strettamente connessa a quella concreta dei suoi protagonisti. Allo stesso modo Sorrentino riesce a stigmatizzare con la potenza delle immagini i nuovi mostri di oggi: non più generati da guerra e miseria, ma assurdo prodotto dell'opulenza e di una pace devastante. Servillo semplicemente inarrivabile.
La purezza dei bambini e delle suorine che giocano nei chiostri invisibili di Roma, la fuga dei fenicotteri verso Ovest, le importanti radici della Santa, il ritorno di Romano a Nepi sono tra le immagini più commoventi del film, in cui il pubblico non può fare altro che carpire un unico messaggio: la Grande Bellezza della vita si trova sommersa dalla piccola bruttezza del quotidiano, sia esso vissuto a Tor Bella Monaca o in Via delle Zoccolette. La miseria è ovunque, si trucca solo in modo diverso.

Stelle (da 1 a 4) = 3 e 1/2