sabato 10 marzo 2012

A.C.A.B. - All Cops Are Bastards



A.C.A.B. - All Cops Are Bastards ( Italia/Francia 2012 112 ' )

Regia: Stefano Sollima
Genere: drammatico
Interpreti: Pierfrancesco Favino, Filippo Nigro, Marco Giallini, Domenico Diele

Roma, maledettamente oggi. In un reparto della celere lavorano Cobra (Favino), Negro (Nigro) e Mazinga (Giallini) compongono un piccolo nucleo dell'enorme schieramento antisommossa della Polizia di Stato.
Le realtà che affrontano sono difficili e violente in strada quanto nella loro vita privata: Cobra è solo e subisce un processo per percosse ed abuso di potere; Negro ha una moglie cubana che dopo averlo usato per il permesso di soggiorno vuole anche sottrargli la figlia; Mazinga è un padre assente in lotta con il figlio skinhead, che per ovvie ragioni di appertenza al movimento odia tutto ciò che è polizia.
Un giorno arriva alla celere la recluta Spina (Diele), col quale lo spettatore vive tutte le tappe di maturazione di un agente antisommossa: incontro traumatico con le botte, odio e sputi, dolce tentazione di polizia parallela, senso del dovere.
Sollima si avventura per la prima volta sul grande schermo dopo aver egregiamente diretto la serie TV Romanzo Criminale, l'impronta c'è e si vede. Immagini dirette ed efficaci come le manganellate che sferzano i protagonisti; dialoghi scarni e cattivi, supportati da una location assolutamente perfetta per ospitare il violento linguaggio corporeo e facciale della strada. Il regista ci offre una Roma diversa dal solito stereotipo patinato al quale negli anni siamo stati abituati negli anni: un marcio ventre di vacca che fagocita tutto e tutti, non più colossei e piazze del popolo, ma tor belle monache e corviali fatti di palazzi talmente grandi che picchiano sullo schermo anche solo a vederli.
Favino, Nigro e Giallini viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda di Sollima ed interpretano al meglio il ruolo dettato dalla trama ( ma anche un Mastandrea ci sarebbe stato tutto ).
Colpisce positivamente anche l'interpretazione di Domenico Diele, la Spina, la cui battuta contro il solito politicante vale da sola il prezzo del biglietto: disprezzo allo stato puro, reso benissimo dall'attore.
Il messaggio della pellicola è particolarmente complesso e contraddittorio, non per demeriti della sceneggiatura e della regia bensì per la stessa natura della realtà che viene affrontata.
I celerini sono odiati da tutti: skinheads, immigrati, italiani esasperati dagli immigrati; inoltre sono odiati perchè svolgono il lavoro di braccio violento della politica ormai non più in grado di garantire il benessere se non per se stessa. Il dissidio dei protagonisti emerge efficacemente dalla violenza delle immagini e dei dialoghi.
Un'occasione per poter riflettere, da cogliere al volo.

Stelle (da 1 a 4): 2 e 1/2

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