lunedì 16 gennaio 2012

The Tree of Life

The Tree of Life, ( USA 2011 , 138 ' )
Regia: Terrence Malik
Genere: drammatico
Interpreti: Brad Pitt, Sean Penn, Jessica Chastain


Famiglia texana standard degli anni Cinquanta, giovane middle class agli albori. Si assiste alla progressiva crescita di Jack: dall'innocenza e dalla bellezza della vita sperimentata nell'infanzia, alla prima adolescenza segnata da un padre eccessivamente spartano sino alla disillusione dell'età adulta. Nell'anniversario della morte del fratello intraprenderà un cammino interiore per comprendere il significato della vita e raggiungere la riconciliazione con il padre.Le facoltà comunicative sviluppate dalla regia vanno ben oltre i canoni della cinematografia contemporanea.Il focus della pellicola non vede il suo impianto portante nella narrazione e negli sviluppi degli effetti della trama; bensì nella continua creazione di un' iconografia emozionale e sensoriale, specchio dei ricordi e dei sentimenti di Jack.Avvicinandoci in punta di piedi alla poesia visiva di Terrence Malick si riesce a scorgere un punto di riflessione che trae spunto dalle vicissitudini di Jack per spiccare il volo verso vette speculative più alte: il mito della creazione e della fine del mondo passando per la sua eterna palingenesi; la speranza ancestrale della vita dopo la morte; la redenzione.Le immagini scelte dal direttore della fotografia Emmanuel Lubezky ( già collaboratore di Malick nel 2005 per The New World ) mutano radicalmente la loro funzione rispetto alla cinematografia convenzionale: non sono più fruibili passivamente in quanto portatrici di un contenuto pre-confezionato bensì devono essere considerate come un punto di partenza per le riflessioni e le emozioni del pubblico tentando un esperimento di empatia estrema col regista.Si attinge a piene mani e senza veli a "2001:Odissea nello Spazio" ed all'ultimo capolavoro di Clint Eastwood "Hereafter", soprattutto nel finale.Al di là della bellezza dell'opera, meritatamente insignita con la Palma d'Oro a Cannes nel 2011, gli intenti del regista devono comunque fare i conti con una eccessiva soggettività che non sempre coinvolge il pubblico. E' necessaria una certa serenità per poter apprezzare pienamente la pellicola; il rischio ipnotico è dietro l'angolo.Probabilmente il mondo sta osservando la genesi di un nuovo modo di concepire il cinema e per questo, forse, ancora non siamo del tutto pronti.Poetico.

Stelle ( da 1 a 4 ) = 3

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