Hugo
(USA, 2011 127’)
Regia:Martin Scorsese
Genere:avventura, fantasy
Interpreti:Asa Butterfield, Chloë Moretz, Ben Kingsley, Sacha Baron Cohen, Jude Law
Regia:Martin Scorsese
Genere:avventura, fantasy
Interpreti:Asa Butterfield, Chloë Moretz, Ben Kingsley, Sacha Baron Cohen, Jude Law
Hugo Cabret (Butterfield) è un piccolo
orfano che vive negli stretti ed intricati cunicoli della stazione di
Montparnasse a Parigi durante gli anni Trenta di quel magnifico secolo che è
stato il Novecento.
Prima della morte del padre (Law), Hugo
viveva insieme a lui nella bottega dove con grande passione apprendeva l’arte
dell’orologeria e la conoscenza degli intricati meccanismi che muovono le
macchine più affascinanti che l’uomo abbia mai concepito: gli orologi. Adesso
invece Hugo per sopravvivere fa le veci dello zio alcolizzato facendo la
manutenzione degli orologi della stazione dei treni all’insaputa del
severissimo gendarme Gustav (Baron Cohen).
L’unico lascito del padre è un piccolo
automa in grado di scrivere, ma che ha bisogno di una chiave per potersi
animare, sarà la ricerca di questo pezzo mancante che lo porterà a fare la
conoscenza della fantasiosa compagna d’avventure Isabelle (Moretz) e
l’enigmatica e geniale figura di Georges Méliès.
La trama è ben concepita e si articola
con semplicità, gli eventi si susseguono senza mai stancare ed i flash-back, di
fondamentale importanza in questa storia, appaiono forse più incantevoli del
racconto.
Scorsese nell’affrontare l’argomento ci
rende partecipi del suo punto di vista, onestamente molto condivisibile, ossia
che esistono due fasi fondamentali nella nascita della cinematografia.
La prima è lagata ad una concezione di cinema inteso come cinesi-movimento in
grado di generare visioni ed emozioni meravigliose nel pubblico in quanto pura
azione (innaffiatoi e locomotive), in sintesi il proto-cinema dei Lumière che
irruppe per la prima volta il 28 Ottobre 1895 al Grand Cafè del Capucines di Parigi con l’intento di destare nello
spettatore la semplice sensazione del vero.
La seconda, e certamente la più
affascinante, è quella dello sviluppo artistico del cinema, che si evolve da
semplice tecnica di immagine in movimento verso un livello superiore di
comunicazione divenendo Arte.
Il regista culla lo spettatore nel
passato di Georges Méliès, generando stupore per l’immaginazione di cui era
dotato certamente mutuata dal suo passato di prestigiatore ed illusionista.
Perché il cinema non è altro che una sognante ed artistica illusione.
Francamente non si riesce a comprendere
per quale ragione quest’anno l’Academy abbia voluto premiare soltanto in parte
l’opera di Scorsese conferendogli l’Oscar per le categorie tecniche
tralasciando anche la sceneggiatura.
Misteri del Cinema.
Stelle ( da 1 a 4 ) : 3 e 1/2
Nessun commento:
Posta un commento