martedì 1 maggio 2012

Hugo




Hugo (USA, 2011 127’)

Regia:Martin Scorsese
Genere:avventura, fantasy
Interpreti:Asa Butterfield, Chloë Moretz, Ben Kingsley, Sacha Baron Cohen, Jude Law

Hugo Cabret (Butterfield) è un piccolo orfano che vive negli stretti ed intricati cunicoli della stazione di Montparnasse a Parigi durante gli anni Trenta di quel magnifico secolo che è stato il Novecento.
Prima della morte del padre (Law), Hugo viveva insieme a lui nella bottega dove con grande passione apprendeva l’arte dell’orologeria e la conoscenza degli intricati meccanismi che muovono le macchine più affascinanti che l’uomo abbia mai concepito: gli orologi. Adesso invece Hugo per sopravvivere fa le veci dello zio alcolizzato facendo la manutenzione degli orologi della stazione dei treni all’insaputa del severissimo gendarme Gustav (Baron Cohen).
L’unico lascito del padre è un piccolo automa in grado di scrivere, ma che ha bisogno di una chiave per potersi animare, sarà la ricerca di questo pezzo mancante che lo porterà a fare la conoscenza della fantasiosa compagna d’avventure Isabelle (Moretz) e l’enigmatica e geniale figura di Georges Méliès.
La trama è ben concepita e si articola con semplicità, gli eventi si susseguono senza mai stancare ed i flash-back, di fondamentale importanza in questa storia, appaiono forse più incantevoli del racconto. 


Il tema trattato è a dir poco fantastico: niente meno che la nascita del Cinema.
Scorsese nell’affrontare l’argomento ci rende partecipi del suo punto di vista, onestamente molto condivisibile, ossia che esistono due fasi fondamentali nella nascita della cinematografia.
La prima è lagata ad una concezione di cinema inteso come cinesi-movimento in grado di generare visioni ed emozioni meravigliose nel pubblico in quanto pura azione (innaffiatoi e locomotive), in sintesi il proto-cinema dei Lumière che irruppe per la prima volta il 28 Ottobre 1895 al Grand Cafè del Capucines di Parigi con l’intento di destare nello spettatore la semplice sensazione del vero.
La seconda, e certamente la più affascinante, è quella dello sviluppo artistico del cinema, che si evolve da semplice tecnica di immagine in movimento verso un livello superiore di comunicazione divenendo Arte.
Il regista culla lo spettatore nel passato di Georges Méliès, generando stupore per l’immaginazione di cui era dotato certamente mutuata dal suo passato di prestigiatore ed illusionista. Perché il cinema non è altro che una sognante ed artistica illusione.
Francamente non si riesce a comprendere per quale ragione quest’anno l’Academy abbia voluto premiare soltanto in parte l’opera di Scorsese conferendogli l’Oscar per le categorie tecniche tralasciando anche la sceneggiatura.
Misteri del Cinema.


Stelle ( da 1 a 4 ) : 3 e 1/2 

Nessun commento:

Posta un commento