Gran Torino, ( USA 2008 , 118 ' ).
Regia: Clint Eastwood
Genere: drammatico
Interpreti: Clint Easywood, Bee Vang, Ahney Her, Cory Handrict, Christopher Carley, John Carrol Lynch
Walt Kowalski ( Eastwood ) è un originario polacco, reduce della guerra di Corea, di carattere burbero e spavaldo, che prova una grande passione per la propria Ford Gran Torino, modello classico del 1972, che tiene sempre in garage.
Walt non mostra pudore nel manifestare il proprio sentimento antiasiatico, nato durante la sua campagna in Corea. Walt sembra non vedere di buon occhio nemmeno i cambiamenti del suo quartiere, che sente sempre meno americano perché abitato da molte culture a lui non proprio simpatiche. E sarà in questa atmosfera di incomunicabilità e distanza (stemperata da una buona dose di ironia e rispetto), che nascerà una dolce e quanto mai bella amicizia con i suoi giovani vicini di etnia hmong Thao ( Vang ) e Sue Lor ( Her ) . A spezzare la serenità e il quadro idilliaco costruito da Walt e i ragazzi hmong , una violenta gang di bulli del quartiere capeggiata dal cugino di Thao : il soldato Kowalsky non può esimersi dal prendere una posizione. Questa scelta porrà le basi per l'inizio di un cammino di redenzione .
La sceneggiatura di Nick Schenk, tutta incentrata sulla granitica figura di Walt, subisce inevitabilmente la gigantesca presenza di Eastwood alla regia e questo fa assumere al protagonista le caratteristiche di tutti i personaggi interpretati dal regista in passato. Torniamo a godere dei ghigni, degli occhi di ghiaccio, delle sigarette a mezza bocca, delle carabine dell ' ispettore Callaghan o del pistolero maledetto che vagabondava negli spaghetti western di Sergio Leone. Il risultato che ne consegue sono i dialoghi scoppiettanti tra Walt e Thao ( memorabile la scena nel barber shop italiano ) che spesso portano la platea a ridere.
Il tema affrontato nella pellicola è in superficie quello dell'immigrazione , di fatto il regista riesce a trattarlo con immagini nitide, chiare ed efficaci. Ma nelle viscere del significato di Gran Torino riusciamo a vedere in Walt una metafora dell'America con i suoi rimpianti, con i suoi rimorsi di coscienza per la barbarie che ha prodotto in Vietnam e che continua a perpetrare in Iraq. Tuttavia il messaggio non è soltanto psicanalitico, ma anche risolutivo : la vecchia America di Walt dovrà cedere il passo al cambiamento di Obama e di Thao facendolo semplicemente col sorriso di un vecchietto che tira fuori l'accendino per fumarsi un'ultima sigaretta.
Stelle ( da 1 a 4 ) = 4
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